La Cattedrale di Siracusa

Spesso per abitudine alla vista facciamo poca meraviglia ai posti antichi in cui a volte ci capita di essere.
La cattedrale di Siracusa, da quando chi é di Siracusa ne ha memoria, é sempre stata lí dov'é. Molti di noi ci sono entrati dentro e ci hanno passeggiato davanti tantissime volte.
Ma in occasione del nostro matrimonio abbiamo voluto rispolverare le sue origini, la sua storia e le varie peripezie che si, anche la chiesa in cui ci sposeremo, ha subito nel corso del tempo.

Un pó come quando a scuola ci facevano studiare le antiche opere prima di portarci in gita a vederle, ci é sembrato doveroso portarvi a conoscenza in questo articolo della sua particolare importanza, per il rilievo che ha assunto nei millenni e per il patrimonio storico culturale che oggi costituisce.

 

Coi suoi 2400 anni di storia, é sicuramente un luogo di cui non perdere il fascino, conoscendo in anticipo ció che il giorno del nostro matrimonio potrete cosí ammirare appieno.

Nel 2005 la Cattedrale di Siracusa è entrata a far parte dei beni protetti dall'UNESCO in quanto patrimonio dell'umanità.
La sua origine é datata al V secolo a.C. , ovvero all'intervallo di tempo fra il 400 e il 500 a.C. ancor prima dell’insediamento greco, all'epoca in cui a Siracusa abitavano i Siculi.

Storicamente i Siculi si erano insediati in Sicilia pressappoco nello stesso periodo in cui in Egitto gli egiziani stavano iniziando a scrivere i primi geroglifici.

Come é possibile che una chiesa esistesse giá oltre 500 anni prima della nascita stessa di Cristo? Semplice! Perché in origine non era una chiesa. Si trattava inizialmente di un tempio religioso in stile ionico per il culto delle prime divinitá.

Nel 480 a.C. gli abitanti di Cartagine (in Tunisia), che avevano interessi commerciali con la Sicilia, avevano mosso guerra ai Punici (Romani d'oriente) che si erano insediati giá da tempo in Sicilia come commercianti.
A seguito della battaglia di Imera, nel 480 a.C. , nei pressi dell'attuale Termini Imerese, il tiranno Gelone, in onore della vittoria contro i Cartaginesi, decise di erigere sul tempio iornico giá esistente il tempio dorico dedicato alla dea Athena, dea della sapienza, delle arti e della guerra, del quale ancora oggi sono visibile quasi tutte le colonne.

Tempio di Athena

Il Duomo di Siracusa visto o immaginato in una stampa d'epoca ambientata nell'800

Arrivarono poi i bizantini, originari della Roma occidentale, di usanze greche e lingua latina che decisero di trasformare il tempio pagano in chiesa paleocristiana.
Il tempio di Atena, nel VI secolo d.C., venne allora inglobato nella struttura della chiesa bizantina.

I Bizantini innalzarono delle mura solide nello spazio tra le colonne, aprirono otto archi sulle pareti interne e modificarono l’assetto urbanistico iniziale facendo sorgere la facciata dove una volta vi era il retro del tempio, trasformando così il tempio in una basilica cristiana a tre navate che consacrarono alla Vergine Maria.

Gli Arabi, durante l’invasione dell’878, saccheggiarono l’edificio, che diventò una moschea.

Fu il re normanno Ruggero I a ridare ai siracusani la chiesa, nel 1093. Lui ripristinò il vescovado e innalzò i muri della navata centrale, aprendovi delle finestre.
Successivamente, a seguito del grande terremoto del 110 d.C. che provocó il crollo dell'antica volta di legno e mattoni, l'abside fu decorata con mosaici.

Il pavimento policromo risale al XV secolo e nel 1518 la navata centrale fu coperta con il soffitto ligneo tuttora conservato. Nel XVI secolo venne inoltre innalzato il campanile.
Il campanile venne danneggiato dal terremoto del 1542 e fu in seguito fu totalmente distrutto, insieme alla facciata normanna, dal terremoto del 1693.

Il campanile non fu piú ricostruito, mentre la facciata venne rielaborata in stile barocco prima e rococó in seguito ad opera del trapanese Andre Palma. I lavori architettonici per la ricostruzione della facciata furono divisi in due tempi, dunque in due periodi diversi; i primi lavori incominciarono nel 1728 e vennero completati nel 1731. Poi vi fu una pausa di vent'anni e si riprese nel 1751, probabilmente è questo li periodo in cui il tardobarocco lascia spazio allo stile rococò. La facciata venne completata nel 1753.

La facciata rappresenta una lavorazione molto complessa in quanto ricca di decorazioni e per questo essa è considerata l'espressione barocca più alta che vi sia nell'intera Siracusa.

Il piano inferiore è formato da sei alte e robuste colonne costruite in ordine corinzio. Le quattro colonne centrali inquadrano il portale centrale, il più grande. Mentre le due colonne laterali delimitano gli altri due portali minori e sorreggono nella loro estremità le statue dei due martiri siracusani; San Marciano e Santa Lucia.

L'ordine superiore è invece composto da quattro alte e robuste colonne corinzie al cui centro si trova una nicchia al cui interno vi é la statuda dell'immacolata. Al di sotto troviamo un'acquila con uno stemma sul petto e subito sopra una targa commemorativa. Nel punto piú alto troviamo una croce in ferro battuto con due angeli scolpiti ai lati.

Gelone ritorna vittorioso dopo la battaglia di Imera in un dipinto di Giuseppe Carta (1853)

Le colonne doriche del Tempio di Atena all'interno del Duomo.

Altre due statue presenti all'esterno della facciata sono quelle di San Pietro, legato alla chiesa siracusana perché fu egli che mandò a questa città il suo primo vescovo, Marciano, facendola divenire una delle più antiche chiese cattoliche al mondo; e di San Paolo, che si fermò tre giorni a Siracusa mentre era in rotta verso Roma per giungere da Cesare che lo aveva mandato a chiamare.

Nella parte laterale superiore destra troviamo il campanile, mentre la parte destra non é visibile in quanto essa è coperta dall'edificazione del Palazzo Arcivescovile di Siracusa (1854) che affianca totalmente il Duomo ed è spesso considerato visivamente parte dello
stesso.

 

All'interno del Duomo le sembianze del tempio greco sono altamente visibili e
riconoscibili. Diviso in tre navate, ottenute aprendo dei varchi nelle spesse mura
dell'antica cella dell'antico tempio, comunica la spiritualità tipica dei templi bizantini,
sobria e solenne. Le sembianze che mostra sono ancora quelle dell'originaria basilica di
epoca normanna, dunque li risultato che oggi vediamo è frutto di una struttura che sta lì
da millenni ed è questo il motivo della sua austerità e del suo singolare aspetto.

Sotto la volta lignea vi è scolpita la frase in latino che riporta la risposta della
lettera di Papa Leone X che nel 1517 riconobbe alla chiesa siracusana li ruolo di prima
chiesa d'occidente e figlia dell'evangelizzazione degli apostoli.

Percorrendo la navata destra, in direzione Est, il ritmo delle colonne doriche viene
interrotto da una serie di cappelle laterali rivestite di marmi e impreziosite con stucchi
barocchi siciliani, si tratta delle cappelle di Santa Lucia e del SS. Sacramento. La prima
custodisce, all’interno di un sacello con porte in bronzo, il simulacro argenteo e le
reliquie della vergine e martire Lucia, patrona di Siracusa, mentre la seconda, interamente
affrescata con le storie dell’Antico Testamento, dispone di un elegante ciborio eucaristico
che è opera di Luigi Vanvitelli.

In fondo alla navata destra, accanto all’altare maggiore, si accede alla cappella del
Crocifisso, per la realizzazione della quale venne demolita la vecchia abside bizantina e
le ultime tre colonne del tempio greco. Concepita come una piccola chiesa, la cappella
ospita, oltre a numerose reliquie, i monumenti sepolcrali dei vescovi siracusani, nonché
opere di particolare rilievo, tra cui un dipinto raffigurante S. Zosimo, attribuito ad
Antonello da Messina.

Sull’altare maggiore campeggia il dipinto raffigurante la Natività di Maria, attribuito a
Giacinto Brandi, mentre sugli stalli lignei posti alle pareti dominano due monumentali
dipinti, risalenti alla prima metà del Novecento che raffigurano S. Pietro che invia da
Antiochia il vescovo Marciano a Siracusa e S. Paolo che predica nelle Catacombe siracusane,
ambedue opera dell’artista Galimberti.

Merita una menzione particolare il complesso scultoreo rinascimentale posto lungo la navata di sinistra con statue raffiguranti santa Caterina, la Madonna col Bambino e santa Lucia.
In fondo alla stessa navata si trova l’unica abside superstite della struttura bizantino –normanna della chiesa, che accoglie un’espressiva immagine della Madonna della Neve in marmo di Carrara, opera dello scultore Antonello Gagini.

Dei pulpiti, acquesantiere, statue, affreschi, dipinti, dell'organo di recente restaurato, dei resti di santi e quant'altro ci sarebbe cosí tanto da dire che rimandiamo le vostre curiositá alla pagina di Google che tratta ampiamente ogni dettaglio sulla cattedrale.

Dal canto nostro siamo felici di fare parte della sua storia e di essere incorniciati nel momento del nostri si da una chiesa cosí bella e storicamente unica.
Grazie per esservi interessati a questa lettura, riassuntiva, ma mica poi tanto.